Fabio Quagliarella punta i piedi, e non soltanto sull’ipotesi Parma. Più in generale, il bomber napoletano consigliato dal procuratore-stratega Beppe Bozzo vuol dettare lui le condizioni della sua exit-strategy dalla Juventus. Quindi non necessariamente subito, così, a metà stagione, accettando ciò che passa il Convento Marotta. E a poche ore dalla chiusura del mercato le condizioni descritte sopra non sono il massimo per arrivare al Belfodil di turno. A meno che non spunti un Manchester City o un Tottenham: a livello di ingaggio e palcoscenico il Quaglia direbbe sì di buona lena.

Perché la Juve, sia chiaro, per accogliere un nuovo attaccante dopo l’ingaggio di Nicolas Anelka deve assolutamente cederne uno dei cinque abili (Anelka appunto, Vucinic, Giovinco, Matri e Quagliarella, senza contare gli stipendiati Bendtner e Iaquinta). Certo, per Conte il sacrificabile da tempo è l’ex attaccante di Napoli, Udinese e Sampdoria, lo si è ormai capito in modo conclamato. ma la notizia è che anche le “difese” su Matri sono venute meno e, soprattutto, il ragazzo è più malleabile e meno schizzinoso circa un eventuale cambio di maglia.

Su di lui, da tempo ingolosito dal ritorno al Milan dove tra l’altro c’è Allegri che lo stima, ci sarebbe la fila ma tutti fino a ieri parlavano solo di prestito gratuito. La Juve non ci può stare, ma si può ragionare senza enormi pretese da parte dei bianconeri. La lista comprenderebbe Lazio, Fiorentina e, ovviamente, il Parma.

La pista estera non funziona perché è lo stesso Matri a voler rimanere in Italia. Ma al momento è lui l’uomo che potrebbe far spazio all’ipotizzato ultimo innesto della Vecchia Signora nel reparto offensivo, a quel punto rivoluzionato per la Champions e per dare una definitiva scossa dopo il lungo “buco” di risultati caduto inaspettatamente nel corso di un gennaio che doveva essere quasi una passeggiata.

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